La pelle dell’essere umano è caratterizzata da una naturale colorazione dovuta alla presenza di pigmenti in grado di determinare il colore dell’incarnato. Tra questi pigmenti, i più importanti e determinanti sono senza dubbio le melanine, che contribuiscono in maniera fondamentale a delineare il fenotipo e le sfumature naturali della nostra pelle.
Quando, per motivi differenti e talvolta patologici, il nostro organismo subisce una carenza di melanine, come nel caso della vitiligine, la pelle può apparire depigmentata in alcune aree, in maniera più o meno estesa. Si ritengono a questo punto indispensabili trattamenti volti a uniformare l’incarnato.
Gli interventi possono essere sia orientati verso una ripigmentazione della pelle che verso la depigmentazione. La depigmentazione, nello specifico, è un particolare tipo di trattamento in grado di sbiancare la superficie ancora naturalmente pigmentata così da uniformarla al resto della pelle laddove le condizioni patologiche hanno esteso le macchie più chiare anche oltre il 50% della superficie del corpo. Vediamo più precisamente cos’è quindi il trattamento di depigmentazione e come viene effettuato.
Depigmentazione: cos’è e quando è necessaria
Il colore del nostro incarnato è determinano dalle melanine, ovvero pigmenti prodotti dai melanociti, ovvero cellule che si trovano all’interno dello strato basale dell’epidermide. Può succedere che il meccanismo ottimale di produzione di melanina venga compromesso da disfunzioni dei melanociti, causate sia da fattori interni, come problemi ormonali o patologie tipo la vitiligine, che da fattori esterni, vedi ad esempio cosmetici aggressivi o farmaci.
Tutti questi fattori hanno come risultato un comune denominatore: discromie della pelle e macchie, che possono essere chiare o scure. Trattare questo tipo di macchie, dopo accurate analisi che portano a un’anamnesi quanto più precisa possibile, non è sempre facile, soprattutto quando, come nel caso di vitiligine estesa o delle macchie scure sulla pelle, queste coprono anche oltre il 50% della superficie del corpo. Ripigmentarle diventa impossibile, data la disfunzione nella produzione di melanina. Si opterà quindi per la depigmentazione, ovvero il trattamento che “sbiancherà” il resto della superficie cutanea in modo da renderla più simile a quella colpita dalla carenza di melanina.
I trattamenti di Depigmentazione
Uno dei trattamenti di depigmentazione più conosciuti è quello a base di idrochinone, che tende a schiarire la pelle inibendo la produzione di melanina da parte dei melanociti. Questo tipo di trattamento, generalmente a base di creme, può essere effettuato sia sulle macchie scure, portandole a schiarirsi, che sulla pelle vicina alle macchie più chiare, portandola a uniformarsi a queste. Oltre all’idrochinone, i trattamenti di depigmentazione oggi possono basarsi anche sull’utilizzo di altre sostanze, come
- l’arbutina che funziona inibendo la tirosinasi e quindi riducendo la produzione di melanina per un efficace effetto anti macchia;
- corticosteroidi, utili per ridurre gli stati infiammatori, anche se possono causare tipici effetti collaterali di tutti i cortisonici;
- tretinoina, vitamina antiossidante molto usata in estetica per curare acne e macchie.
Questi trattamenti di depigmentazione, da effettuarsi esclusivamente seguiti da esperti e professionisti, possono dare i primi risultati già dopo le prime 2-3 settimane di applicazione. Generalmente gli effetti sono reversibili, ovvero basta interrompere l’applicazione, talvolta però possono causare depigmentazione permanente soprattutto quando sostanze come l’idrochinone vengono assunte in forma orale. È pertanto da consigliarsi sempre il supporto medico e specialistico.