Il microbiota intestinale è un alleato unico della nostra salute. Questo complesso insieme di microrganismi, alcuni dei quali benefici, altri meno, deve essere mantenuto all’insegna dell’equilibrio. Questo aspetto è fondamentale per diversi aspetti, tra cui l’efficienza del sistema immunitario e la prevenzione di patologie croniche come il diabete di tipo 2 e l’obesità.
Nella società odierna, che ci sottopone a ritmi stressanti e pressanti, può capitare di avere a che fare con la cosiddetta disbiosi intestinale, ossia situazioni in cui si perde l’equilibrio del microbiota e si palesano sintomi come la diarrea, il dolore addominale, la stanchezza.
Argomenti trattati
Soluzioni per la disbiosi intestinale
Come porre rimedio alla situazione? Esistono diverse strade da percorrere. Giusto per citarne una oggi molto praticata – in tutte le città stanno sorgendo dei centri dedicati – ricordiamo che il miglioramento qualitativo della flora batterica del microbiota intestinale è uno degli effetti della idrocolonterapia, trattamento che prevede l’introduzione, attraverso una sonda appositamente inserita nel canale anale, di acqua dolce nel retto (quest’ultima, a seconda delle indicazioni, può essere arricchita con enzimi).
Con una durata di circa 35 minuti, questo trattamento, da eseguire previa prescrizione medica, è apprezzato in quanto agisce in fretta e permette di migliorare aspetti come l’irrorazione sanguigna locale, che può avere un impatto positivo sull’assorbimento dei nutrienti. Si tratta di un approccio con numerosi vantaggi, ma anche, è il caso di dirlo, di un trattamento che non tutti amano farsi fare e che, in ogni caso, richiede tempo per recarsi presso la struttura.
Rimedi fai da te
Per fortuna, esistono anche diversi accorgimenti che si possono gestire a casa. Il principale riguarda l’assunzione di probiotici. Soprattutto i lattobacilli e i bifidobatteri rappresentano i punti di riferimento quanto si tratta di ridare un boost alla qualità del microbiota intestinale. Dove si possono trovare?
- In diversi alimenti, yogurt in primis (al di là di questioni legate al peso, cerca di sceglierlo, sempre nell’ottica del benessere intestinale, senza zuccheri aggiunti).
- Negli integratori.
Tra i vantaggi che li caratterizzano troviamo la versatilità. A fronte di una prescrizione da parte del pediatra, infatti, possono essere somministrati pure ai neonati con lo scopo di migliorare il quadro clinico in caso di infezione gastrointestinale. Cosa dire, invece, dei prebiotici? Anch’essi benefici per l’intestino, non vanno confusi con i probiotici. Quando li si chiama in causa, si inquadrano delle sostanze di origine alimentare che hanno la caratteristica principale di non essere digeribili.
Nel momento in cui vengono introdotte nell’organismo, sono in grado di contribuire, a livello del colon, alla proliferazione di diverse specie batteriche che, di base, sono già presenti nell’intestino e sono benefiche per quest’ultimo. Oltre che negli integratori, i prebiotici sono contenuti in diversi alimenti. Tra questi è possibile chiamare in causa la farina di frumento, le banane, le germe di grano e l’aglio.
Attenzione all’alimentazione
Come è chiaro da queste righe, l’alimentazione ha un ruolo nodale quando si parla di miglioramento della qualità del microbiota intestinale. Oltre che di cibi da includere nella propria routine, è il caso di parlare anche di quelli che è meglio escludere o ridurre fortemente. Tra questi è possibile menzionare i dolcificanti artificiali. Se proprio si ha intenzione di dolcificare una bevanda, è meglio un cucchiaino di miele, alimento che, al di là del suo importante apporto zuccherino, è considerato a dir poco vantaggioso per l’intestino.
Anche il cibo eccessivamente processato ha effetti negativi sul microbiota intestinale. In questo caso, è necessario puntare il dito sugli additivi. Attenzione: questo non vuol dire che due patatine durante un aperitivo rovinino per sempre la salute dell’intestino. Come in tutti i casi, la moderazione è la chiave per evitare di trovarsi, da un giorno con l’altro, ad affrontare le spiacevoli conseguenze della disbiosi intestinale, che può impattare anche sulla produttività lavorativa.