Una tendenza che è andata crescendo nel corso degli ultimi anni nel nostro Paese, dove si è assistito al boom dei trattamenti estetici, o per meglio dire sia di medicina che di chirurgia estetica. Le priorità a livello social sono cambiate ed il fattore estetico riveste sempre più importanza: ecco allora che tanto le donne quanto gli uomini si sottopongono ad interventi di questo genere.
Si parla di medicina estetica e di chirurgia estetica che, è bene ricordarlo, sono due concetti profondamente differenti tra i quali si genera spesso notevole confusione. Due approcci che differiscono notevolmente anche se entrambe hanno come obiettivo di fondo l’eliminazione o la correzione degli inestetismi. Cerchiamo di capire le differenze tra medicina e chirurgia estetica.
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Cos’è la medicina estetica
Per medicina estetica si intende la disciplina che si propone di rallentare l’invecchiamento o correggere i difetti fisici del paziente per mezzo di trattamenti poco invasivi, i quali differiscono sulla base del difetto estetico da contrastare. A praticarla è un medico laureato in medicina e chirurgia e le organizzazioni che radunano gli specialisti di settore sono AIME (Associazione Nazionale Medicina Estetica), SIME (Società Italiana di Medicina Estetica) o AGORÀ (Società scientifica italiana di medicina a indirizzo estetico).
Il medico estetico utilizza tecniche come trattamenti laser, mesoterapia, radiofrequenza, biorivitalizzazione, botulino, linfodrenaggio, peeling, microtermoiabrasione e filler.
I risultati ottenuti hanno una durata limitata proprio come nel caso del trucco permanente e, di conseguenza, devono essere reiterati nel corso del tempo al fine di mantenere gli effetti ottenuti. I costi e i rischi sono però più contenuti rispetto a un intervento chirurgico.
Cos’è la chirurgia estetica
La chirurgia estetica è invece quella particolare branca della chirurgia plastica che si propone come obiettivo la modifica e il miglioramento di determinate zone del corpo. In sostanza il chirurgo estetico è chiamato ad eliminare, in maniera totale o parziale, i difetti fisici evidentemente non graditi dal paziente con interventi aventi come fine un miglioramento estetico oppure il ritardo dell’invecchiamento.
Si parla di interventi più invasivi rispetto a quelli tipici della medicina estetica, che possono far ricorso al bisturi ed al altre pratiche complesse. Contribuendo allo sviluppo di una maggiore sicurezza in sé stessi, questi ritocchi hanno anche una funzione di riequilibrio psicologico, non solo fisico. Fattore che determina spesso e volentieri la scelta finale da parte del paziente.
La chirurgia estetica non è chirurgia plastica
Il chirurgo estetico è un professionista dotato di specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e può fare riferimento ad organizzazioni come SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica), SIES (Società Italiana di Medicina e Chirurgia Estetica) o AICPE (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica).
Va anche ricordato che la chirurgia estetica non è la stessa cosa di quella ricostruttiva plastica, pur facendo parte della stessa branca. La seconda, infatti, ha come scopo la correzione dei danni derivanti da malattie o eventi traumatici a causa dei quali l’aspetto fisico del paziente ha subito deformazioni.
Differenze principali tra medicina e chirurgia estetica
Dopo aver precisato cosa siano la medicina e la chirurgia estetica andiamo a vedere ora le principali differenze tra le due discipline. Oltre alla maggiore invasività derivante dall’utilizzo del bisturi nel caso della chirurgia estetica, a differenziarle sono in particolare:
- il recupero post operatorio, che nel caso di un intervento di chirurgia estetica impone spesso di prendere un periodo di riposo e che invece si rivela più facile con la medicina estetica, a seguito della quale si può tornare più facilmente alla consueta routine;
- la durata dei risultati, che nel caso della chirurgia possono essere permanenti o comunque più prolungati nel tempo rispetto a quelli garantiti dalla medicina estetica. È il caso anche del microbleding i cui benefici sono temporanei, non definitivi.